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Immagine del redattoreRicardo Morales Jiménez

Un viaggio attraverso i tesori dell'Archivio Generale dell'Ordine


Grazie al P. Andrés Gómez, archivista generale dell'Ordine di Sant'Agostino, conosciamo alcuni dei documenti più preziosi che la Curia generale conserva a Roma



Vicino a Piazza San Pietro, accanto alla scalinata del Patristicus, ci attende P. Andrés.

Dopo aver ricevuto una formazione professionale in biblioteconomia e archivistica e aver lavorato in alcune biblioteche e archivi ecclesiastici, P. Andrés è stato chiamato dalla sua Provincia d'origine (Nuestra Señora de Gracia in Colombia) per assumere la missione di conservare, valorizzare e trasmettere il patrimonio documentario della Curia Generalizia dell'Ordine.


"Non avrei mai immaginato di avere l'immenso onore e privilegio di occuparmi dell'Archivio Generale", racconta P. Andrés.  


Da allora, la sua responsabilità si estende alla cura dei quasi 400 metri lineari di documentazione contenuti nell'Archivio, tra cui pergamene che risalgono all'inizio del XIII secolo, documenti dei diversi governi generali dal XV al XX secolo, un'importante collezione di manoscritti relativi alla storia dell'Ordine, opere dei frati agostiniani, collezioni e raccolte omiletiche, mappe, planimetrie, libri liturgici dell'Ordine, incunaboli, alcuni facsimili, anche un'importante collezione fotografica e numismatica tra gli altri materiali che compongono questo archivio ecclesiastico privato che apre le sue porte ai frati dell'Ordine e ai ricercatori accreditati che desiderano approfondire la storia dell'Ordine.




Il Bullarium dell'Ordine


Si tratta di uno dei fondi più preziosi dell'Archivio Generale dell'Ordine e contiene circa 700 bolle su pergamena, tra originali e copie, che testimoniano il rapporto dell'Ordine con la Sede Apostolica.  Tra questa collezione ci sono bolle come la Incumbit nobis e la Licet Ecclesiae Catholicae che sicuramente ogni frate agostiniano ad un certo punto della sua formazione ha sentito citare e che danno ragione del processo che ha portato alla grande unione riconosciuta giuridicamente da Papa Alessandro IV, in particolare attraverso la bolla Licet Ecclesiae Catholicae.  "Si tratta di documenti estremamente preziosi", sottolinea don Andrés. "In essi possiamo trovare dati fondamentali della nostra storia, dei privilegi e delle caratteristiche del nostro servizio alla Chiesa come Ordine mendicante".



Le lettere di Angelo Rocca


Verso la fine del XVI secolo, Angelo Rocca, l'allora segretario generale dell'Ordine, uomo di grande cultura, visitò i conventi agostiniani dell'Italia meridionale durante un lungo viaggio con il padre generale Spirito Anguissola. Fu lì che chiese a storici, scrivani e illustratori locali di mettere insieme questa collezione unica e squisita, ricca di colori, dettagli e angoli e angoli con gli angoli e gli angoli delle città che visitò.  


Architetti, storici dell'arte, accademici e ricercatori si sono avvicinati a questi documenti per studiare le descrizioni, localizzare sulle mappe i muri, le chiese e le pievi dei paesi e delle città che visitò il P. Rocca.


A tuttoggi le descrizioni e le mappe di Rocca sono una delle collezioni più consultate dell'Archivio.



Los manuscritos de la monja Maria Agnese de Foligno


Una de las obras manuscritas que nos muestra el P. Andrés en el despacho son los cuadernos espirituales de la monja agustina Maria Agnese Carandente de Foligno. Una documentación aportada hace poco por el P. Pietro Bellini, historiador agustino, que seguramente poseerá una riqueza singular contenida en las reflexiones de esta hermana sobre la vida espiritual y contemplativa propia de las monjas de la Orden. 


“Tenemos que cuidar aquello que tenemos, que nos han legado nuestros hermanos mayores”, señala tras mostrarnos las estancias que conforman el Archivo General. “Aquí encontramos por escrito nuestra memoria histórica, nuestra vida comunitaria, la vivencia de nuestro carisma con sus retos y dificultades, las que hemos debido afrontar como agustinos a lo largo de estos casi ochocientos años de historia. Valorizar y transmitir este patrimonio documental a todos aquellos que lo deseen, especialmente a nuestros hermanos y hermanas de la Orden es nuestro principal cometido”. 






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