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Immagine del redattoreRicardo Morales Jiménez

Intervista a P. Rocco Ronzani, nuovo presidente dell'Istituto Storico Agostiniano: "La ricerca è fondamentale per far rivivere la consapevolezza dei doni ricevuti dagli agostiniani"

L'attività dell'Institutum Historicum Augustinianum (IHA), composto attualmente da quaranta membri, religiosi e laici, è espressione dell'amore per l'Ordine agostiniano, "che ci riempie di sano orgoglio e di profonda umiltà", e dell'interesse per la vita dell'Ordine, testimonianza del carisma di Sant'Agostino e della sua posterità spirituale.



Nel suo intervento sul 50° anniversario dell'Historicum (1969 - 2019), p. Fernando Rojo ha descritto la sua attività come "un'autentica sfida". "Nel decreto di fondazione ci si esortava a conservare, studiare e diffondere il patrimonio culturale: ciò che ci è stato chiesto allora è esattamente ciò su cui abbiamo lavorato fino ad oggi! La nostra voce timida all'inizio è diventata un grido di gioia". 


Sulle nuove sfide, la tabella di marcia e le opportunità che l'Istituto deve affrontare, abbiamo chiesto a don Rocco Ronzani, neoeletto presidente dell'IHA. 



Chi sono i membri dell'Historicum? 

I membri dell’Istituto storico dell’Ordine sono soprattutto religiosi agostiniani che hanno studiato oppure si sono dedicati negli anni ad approfondire in particolare alla storia dell’ordine agostiniano, allo studio della vita e delle opere dei suoi membri più illustri e del pensiero dei suoi dottori. Oggi l’Istituto può contare su circa quaranta membri, tra religiosi e alcuni laici, venti dei quali membri ordinari, gli altri tra corrispondenti e onorari. 


Quali sono le linee guida di questo nuovo periodo di governo?  

L’assemblea ordinaria dell’Istituto storico, riunitasi di recente, a margine del convegno triennale organizzato quest’anno sul tema dell’agiografia agostiniana attraverso i secoli, ha eletto per un mandato semestrale il nuovo Consiglio direttivo, costituito dal sottoscritto e da padre Jesús Álvarez Fernández, consigliere, e P. Josef Sciberras, segretario: entrambi con una lunga esperienza a servizio dell’Istituto. Nei prossimi sei anni avremo l’onere di programmare i prossimi convegni internazionali dell’Istituto, portare a conclusione la pubblicazione dell’ultimo volume della storia dell’Ordine di S. Agostino (quella iniziata da P. David Gutiérrez), eventuali altre iniziative editoriali e di studio suggerite dall’assemblea, ma anche rafforzare i vincoli di comunione e collaborazione tra i membri attraverso opportune iniziative, condividendo le nostre ricerche e i progetti e le iniziative in campo storico  che in ogni parte del mondo sono promosse in seno all’Ordine oppure da studiosi e istituzioni accademiche pubbliche e associazioni private: per esempio iniziare con una newsletter di collegamento tra i membri. 




Quali sono le aree che l'Institutum Historicum deve consolidare per ottenere un maggiore riconoscimento internazionale? 

L’attività dell’Istituto storico dell’Ordine e dei suoi membri è molto apprezzata negli ambienti accademici in cui si studiano discipline storico-religiose e altre di nostro interesse. Anche la rivista Analecta Augustiniana, che dirigo insieme a P. Josef Sciberras, e che in qualche modo è espressione dell’Istituto e ci rappresenta nell’ambito delle pubblicazioni periodiche del settore, gode ampia stima e in Italia è stata inserita dall’Agenzia Nazionale di Valutazione dell’Università e della Ricerca nell’Elenco delle riviste scientifiche di classe A -10 e 11. Non dimentichiamo che anche l’attività scientifica dei singoli membri dell’Istituto, operanti nelle varie istituzioni accademiche in tante parti del mondo, contribuisce enormemente a farlo conoscere e stimare. Guai se mancasse questo importante strumento di riconoscimento: per questo i membri sono tutti molto selezionati, devono aver contribuito veramente al progresso delle discipline e devono essere riconosciuti come tali nel mondo accademico e scientifico. Ciò non significa che in molteplici modi non promuoviamo anche giovani di buone speranze, ancora non riconosciuti pienamente come studiosi, e nel tempo speriamo di coinvolgere sempre di più anche studiosi laici, amici e collaboratori nell’ambito dello studio della storia dell’Ordine. Certamente, molto c’è ancora da fare, a partire da quanto gli Statuti affidano all’impegno del Consiglio: portare a buon fine quanto stabilito in Assemblea, programmare le attività culturali e scientifiche e proporre al Consiglio generale la pubblicazione di opere di riconosciuto interesse per la storia dell’Ordine. Contiamo moltissimo nella stima e nel supporto del Priore generale e del Consiglio dell’Ordine, mentre lamentiamo la miopia di chi talvolta non apprezza gli studi storici: fondamentali per ricordare all’Ordine la sua identità e per guardare non solo al passato, ma soprattutto al futuro con speranza!


L'Institutum ha a che fare con l'insegnamento o la formazione?

L’Istituto, nella sua storia di oltre mezzo secolo, non si è mai dedicato all’ attività didattica, al contrario di molti membri che ordinariamente insegnano discipline storiche e affini negli istituti di formazione di cultura dell’Ordine e altrove. Non si può escludere –anzi in Assemblea talvolta è emersa la proposta –che in futuro si possano promuovere corsi di formazione storica soprattutto in aree geografiche dell’Ordine più sguarnite di personale competente nelle nostre materie.  


Quali sono le funzioni dell'Istituto nell'attuale contesto di secolarizzazione e quale valore possiamo apportare?  

Come ho ricordato in precedenza, l’attività dell’Istituto, l’attività di ricerca e docenza di molti membri, l’attenzione alla formazione dei più giovani e alla ricchezza della nostra storia è l’espressione del nostro amore all’Ordine – che ci riempi di sano orgoglio e di profonda umiltà – e del nostro interesse per la vita dell’Ordine, della testimonianza del carisma di sant’Agostino e della sua posterità spirituale. Nel corso di questo sessennio, per esempio, celebreremo certamente, tra tante altre iniziative, il ricongiungimento del “corpo dell’Ordine” al suo “Capo spirituale”: nel 1327 papa Giovanni XXII affidò agli Agostiniani la custodia delle sacre reliquie di Agostino deposte nella magnifica arca della Basilica di S. Pietro in Cieldoro a Pavia. Dunque, è vero che la ricerca nell’ambito delle discipline storiche ha uno suo statuto scientifico e un valore autonomi, ma allo stesso tempo è un contributo fondamentale per ravvivare la consapevolezza dei doni ricevuti dagli Agostiniani nel corso di quasi otto secoli di storia e per ravvivare l’identità stessa degli Agostiniani che coltivano il passato per vivere meglio il presente e per camminare verso le nuove mete che il Signore e la Chiesa oggi ci indicano.




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